la valnerina

«Natura incontaminata e paesaggi mozzafiato, testimonianze storiche e culturali, gastronomia e antiche tradizioni artigianali, immersa nel verde di boschi e pascoli, circondata da acque cristalline, la Valnerina, nel Cuore Verde d’Italia, l’Umbria, è il luogo che incarna per eccellenza l’equilibrio fra passato e presente, avventura e spiritualità, offrendo ai suoi visitatori tutto il fascino di una terra misteriosa e intrisa di misticismo.» (da www.vivereinvalnerina.it)

LA VECCHIA FERROVIA

«Fra le ferrovie di montagna italiane, alcune delle quali purtroppo smantellate, la Ferrovia Spoleto-Norcia ha sempre rappresentato per unanime giudizio non solo italiano, il massimo sforzo di tecnica dei tracciati; una specie di piccolo  HYPERLINK “http://it.wikipedia.org/wiki/Ferrovia_del_Gottardo” \o “Ferrovia del Gottardo” Gottardo Umbro. Forse perché tra le ultime ferrovie ad essere progettate, essa è anche la più ardita e difficile; tanto che a nessuno oggi potrebbe venire in testa di compiere ex novo uno sforzo simile. Ma tale esempio di tecnica ferroviaria resta, appunto, come monumento a testimoniare di un momento particolarmente felice nel modo di costruire le “opere d’arte” ferroviarie. E quindi va conservata come nostro patrimonio artistico e paesaggistico insieme, appunto perché il paesaggio Centro Appennino Italiano è caratterizzato da questo continuo rapporto fra natura e opera dell’uomo.»

Il primo progetto di costruzione di una ferrovia economica che collegasse Spoleto con Norcia risale al 1909. Un secondo progetto del 1911 prevedeva la costruzione di una linea da esercire con trazione a vapore ma il 31 agosto 1912 i comuni interessati firmarono una convenzione con la Società Subalpina Imprese Ferroviarie (SSIF) che già operava al confine svizzero gestendo la ferrovia Vigezzina; il progetto subì delle varianti nella scelta del tracciato adottando soluzioni costruttive di tipo elvetico che diminuivano la lunghezza del percorso ma ne aumentavano la pendenza massima e prevedevano la costruzione della linea a trazione elettrica a corrente continua con tensione di 800 volt anziché a vapore.

Il progetto preliminare elaborato nel 1909 dall’ingegner Carlo Carosso (Spoleto-Norcia-Piediripa) presupponeva anche un’eventuale estensione della tratta fino a Grisciano per allacciarsi alla linea allora in progetto Ascoli Piceno-Antrodoco, ma l’idea era stata abbandonata. Analogamente, all’altezza della stazione di Serravalle, era stata prevista una deviazione della linea fino a Cascia, anche questa non realizzata.

Il progetto definitivo fu redatto dall’ingegnere svizzero Erwin Thomann, progettista della Ferrovia del Lötschberg. I lavori di costruzione iniziarono nel 1913 e furono rallentati dagli effetti della prima guerra mondiale: l’inaugurazione della ferrovia avvenne solo il 1º novembre del 1926. La tensione di linea era stata innalzata a 2400 volt; il servizio veniva svolto da cinque elettromotrici, mentre la durata del viaggio da Spoleto a Norcia era di circa 2 ore.

IL FIUME NERA

Il Nera (in latino Nar) è un fiume lungo 116 km che nasce nelle Marche, scorre per quasi tutto il suo corso in Umbria e costituisce il principale affluente del Tevere. Sebbene nella classifica dei fiumi italiani più lunghi è 44°, in quella che riguarda la portata media è 7°. Infatti grazie al suo bacino idrografico, ai suoi affluenti e al clima è, anche in estate, ricco d’acqua.

Il fiume Nera nasce nelle Marche, a 902 m s.l.m. sui monti Sibillini, nell’omonimo parco nazionale; le sorgenti sono situate nel comune di Castelsantangelo sul Nera, nella frazione di Vallinfante. Percorsi 5 km, presso Visso, il fiume riceve le acque di copiose sorgenti, accrescendo considerevolmente la propria portata. Il settore marchigiano del bacino del Nera comprende i tre comuni di Castelsantangelo sul Nera, Visso ed Ussita, ed è esteso circa 150 km².

A circa venti chilometri dalla sorgente, il Nera entra in Umbria scorrendo nella pittoresca Valnerina (che proprio dal fiume prende il suo nome), limpidissimo e copioso d’acque in ogni stagione (c. 20 m³/s di media annua), nonostante alcune opere idrauliche come il canale che adduce una parte delle sue acque al lago di Piediluco a scopo idroelettrico[1] ne abbiano sensibilmente ridotto la portata.

Presso Triponzo il fiume aumenta più del doppio la propria portata d’acqua (oltre 50 m³/s) grazie al notevole contributo da sinistra del fiume Corno scorrendo per svariati km in una valle quasi incontaminata dove lambisce i centri di Cerreto di Spoleto, Vallo di Nera e Sant’Anatolia di Narco tutti in Provincia di Perugia. Presso la località Ceselli, il fiume entra poi in Provincia di Terni e da qui proprio per la sua grande valenza ambientale il suo corso è tutelato a Parco Fluviale del Nera. In questo tratto bagna svariati centri come Sambucheto, Ferentillo, Montefranco, Arrone avvicinandosi sempre più all’area urbana di Terni.

Dopo il centro di Collestatte il fiume raddoppia nuovamente la propria portata grazie al contributo assai ricco da sinistra del fiume Velino, suo principale tributario in assoluto, che gli confluisce in modo assai spettacolare tramite la celebre Cascata delle Marmore.

Subito con una portata copiosissima (quasi 110 m³/s) il Nera entra a Terni ricevendo l’apporto del torrente Serra, suo principale tributario di destra, e attraversa la città da est a ovest avendo da sempre anche contribuito al suo sviluppo industriale grazie alla sua ricchissima portata, dopodiché si incassa nuovamente per svariati km in un’ampia gola (nella quale il fiume è ancora ulteriormente alimentato da copiose risorgive subalvee), sfiorando la città di Narni.

Da qui prosegue poi, sempre copiosissimo di acque formando il piccolo lago artificiale di San Liberato per poi confluire da sinistra nel Tevere presso Orte.